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Organizzazione della società

Fino a qualche decennio fa, le nostre comunità rispecchiavano a fondo l’antica impronta dei coloni walser:  i piccoli nuclei di case garantivano alle famiglie una certa autonomia anche durante l’isolamento imposto dai lunghi mesi invernali.   

Se si eccettua il centro del paese, z’Duarf a Issime, de Platz a Gressoney, composto da poche case, la chiesa parrocchiale ed il cimitero, il cuore della comunità pulsava nelle innumerevoli frazioni disseminate strategicamente su tutto il territorio del fondovalle e, ad Issime, nei beerg più bassi dei valloni laterali, alcuni dei quali, fino ai primi anni del ‘900, erano abitati tutto l’anno. In ogni frazione si contavano case abitate, stalle, fienili, una fontana dove attingere l’acqua, lavare i panni e abbeverare il bestiame, una piccola cappella e, a Gressoney, un forno consortile. A Issime i villaggi di una zona disponevano spesso di un fondo comune, d’almini, con caratteristiche di incolto sterile e bosco ceduo, dove si potevano pascolare le capre e le pecore, raccogliere legna da ardere e falciare la festuca, che, durante l’inverno, integrava il fieno nell’alimentazione del bestiame.Il ritmo della vita era segnato dall’alternarsi delle stagioni mentre gli avvenimenti salienti, quali nascita, matrimonio e morte, caratterizzavano i momenti fondamentali della vita sociale.